Benvenuto nel Guestbook del sito web
Un luogo nel quale ci piacerebbe raccogliere tutti i pensieri e ricordi di chi conosceva Mimmo Aliota, di chi lo ha conosciuto attraverso i sui libri e le sue opere nella città di Vieste, o di chi ne ha solo sentito palare. Insomma una bacheca che vi invitiamo a riempire per far si che tutto ciò che Mimmo ha fatto per la nostra terra rimanga nel tempo, nei pensieri di ogni viestano (e non solo).
Sentiti libero di scrivere ciò che preferisci, saremo lieti dì condividerlo con tutti gli utenti che visiteranno questo portale.
Grazie
Alcuni siti web che hanno parlato di Giacomo Aliota:
https://rauzino.wordpress.com/2013/11/25/vieste-lo-strapaese-sperduto-immortalato-da-aliota/
https://www.retegargano.it/2013/05/05/vieste-lumanesimo-socialista-di-mimmo-aliota/
https://www.retegargano.it/2013/01/18/vieste-mio-padre-mimmo-aliota/
https://www.retegargano.it/2013/01/17/lettera-aperta-a-mimmo-aliota/
18 Commenti
Parlare di questo libro è sapere di un tempo recente che però sembra lontanissimo. Per me che ho trent’anni di meno del mio amico Mimmo, ha presentato il più importante tassello del mosaico della mia storia personale. Quelle radici che alla maggior parte dei giovani mancano perché il boom economico con un salto record ha cancellato il tempo che doveva magari essere vissuto in maniera diversa.
Mi ha fatto ridere e piangere. I’ho letto almeno quattro volte. E spesso lo riprendo per rileggere, meditare, stare come stesso in maniera più intima, per conoscermi meglio.
Lo consiglierei di leggere, in 10 minuti, l’introduzione pagina 9 e 10, la Chiosa finale pagina 133 e 134, ‘Vanità da sotto le stelle’ pagina 26 27 28 30 e 31. Se questa breve lettura avrà suscitato interesse e curiosità si avvicinerà in un battibaleno alla fine della prima parte pagina 134 attraverso aneddoti tristi ed allegri che comunque disegnano con semplicità e schiettezza quadri di alto verismo. Un ‘Amarcord’ felliniano trasferito sul Gargano o in qualsiasi paesino del sud.
Emblematici sono i racconti riguardando Nunzij Sacchètte, Unzicchie il porto di Vieste, Nicola Mendolicchio, Carlucccio dell’Erba.
Sono certo che ogni comunità ha da raccontare la sua storia di ogni epoca. Deve raccontarla, per farla conoscere a chi viene dopo. L’incontro nella sua trasmissione deve avere l’obiettivo di spronare altre persone di altri paesi a scrivere la propria storia che poi è quello che conta senz’altro di più di quella dei libri di storia.
Ambientalista, dottore commercialista, Vieste
Questo libro di Mimmo Aliota, Il mio paese, È una densa illuminazione a sfera, incantevolmente condotta, come lo si potrebbe in una dimensione televisiva, tanto è grondante di umanità schietta, affetti, sentimenti, ricordi, impressioni, immagini, paesaggi ed eventi storici che trovano giusta rappresentazione, quanto più magica tanto più schietta e spontanea. È dovuto a uno stato di grazia che nasce appunto, anzi è provocato, da un profondo amore per la terra natia.
È un agile portolano: la somma degli elementi e dei dati raccolti, per l’economia data a ognuno di essi con tocco rapido e lieve ma incisivo, è una prodigiosa rincorsa nello spazio nel tempo, testimoniale di una città splendida è storicamente vibrante per avvenimenti storici di punta, ‘Bella a meraviglia’(come dirà legittimatamente l’autore) per bellezza di scenari, vitalità di persone, gentilezza di costumi e saggezza paesana.
Non si dice della gustosa tonalità di fondo che si vorrebbe definire di una dialettalità feconda e proficua. Simbolica la sintesi di umanità, familiarità e intimità domestica rappresentata dalla foto d’epoca in copertina.
Insomma è un sorprendente dono a qualsiasi lettore, come un fragrante cestello di frutta varia e gustosa, per ogni argomento che tocca e testo documentario che lo sostiene. Tanto mi pare confermato dal rapido (stavo per dire rapinoso) esaurimento della prima edizione.
Scrittore, poeta, pensatore – Vice presidente della società di Storia Patria per la Puglia
Per la prima volta il trapasso forte e tumultuoso degli ultimi cinquant’anni, dalla civiltà tradizionale a quella più articolata del dopoguerra, viene rappresentato con racconti brevi di vita quotidiana, apologhi, proverbi, vocaboli, imprecazioni, preghiere, canzoni: tutto un patrimonio civile sottratto in tempo al fagocitante mostro della smemoratezza odierna.
La storia di questa città viene così riassunto in maniera anticonformista: non più attraverso l’osservazione delle istituzioni e delle classi dirigenti, bensì per mezzo di personaggi minori, scalzacani, casalinghe e miss bellezza, giovanisignori e giovinastri, comitive spensierate, filodrammatiche, Artisti improvvisati, preti, professionisti e capipopolo, Protagonisti di buona e cattiva sorte.
Personaggi esclusivi, cafoni e signori accomunati dalla stessa ignoranza e arroganza, furbastri, mestatori, ma anche uomini di estroso intelletto, di coraggio, maestri di vita. Tutti analizzati con lo stesso piglio cronico, spesso autoironico, perché dietro ogni scena si indovina un filo segreto che si diparte dalla nostalgia dell’autore stesso, il quale si sdoppia e moltiplica nei personaggi.
Ecco alla viestanità. Con i difetti e i pregi tipici della città-isola: ignoranza e presunzione ma anche intelligenza levantina, tolleranza, infine saggezza.
Aliota non la esplicita. Scopritela però da voi la morale racchiusa in ogni ritratto, racconto, aneddoto, proverbio. Scopritelo nella esposizione agile e varia, nel linguaggio rapido e levigato così simile al nostro dialetto: essenziale, senza stucchi e cantilene.
Scopritela, soprattutto, attraverso quell’abile gioco di vocaboli e detti, della parola culta e di quella scurrile, nell’altalenate ferocia o bonomia dei soprannomi, Dei personaggi sempre in bilico tra il grottesco e l’ammirazione, fra l’ironia e la nostalgia.
Questa è la cifra stilistica di Aliota.
Davvero un libro unico, bravo Mimmo!
Il sindaco di Vieste
Grazie per quanto ci hai lasciato in eredità con le tue ricerche.
Un giovane garganico.
É arrivato il fornaio e ha portato il pane fresco e croccante. Che sa di buono. É l’opportunità di parlare ancora di Mimmo e con Mimmo, delle sue storie, la nostra storia. Bravi figli che avete ricordato papà in maniera impeccabile! Mi considerava come un suo quarto figlio e io ne andavo fiero.
Leggerti e leggerti ancora è riandare con la memoria nella vita della mia famiglia. È il filo che riannoda la mia vita con Vieste, con le sue voci, i suoi colori, i suoi odori.
Grazie a te, Mimmo, del tuo saper raccontare il passato che diventa con noi e per noi memoria.
Ho ripassato, velocemente, il contenuto dei numerosi libri che Mimmo ha regalato alla nostra città ed ho avuto modo di rilevare la puntigliosità dei fatti raccontati con garbo, passione e competenza.
Che dire, poi, del leggendario “FARO DI VIESTE”; chi ha avuto la fortuna di leggere la raccolta dell’intera collezione (1949-1970) avrà certamente rilevato che il giornale porta la sua firma nelle più grandi inchieste e battaglie che negli anni ’50 interessavano la nostra cittadina e che Mimmo ha caparbiamente sostenuto e fatto conoscere.
Sono oltremodo grato a lui per tutto ciò che ha saputo trasmettermi in termini di cultura e non solo.
Ciao Mimmo!!
Ho letto, acquistato e regalato tutti i suoi stupendi ed interessanti libri su Vieste, il nostro amato paese, che mi hanno fatto tornare indietro negli anni. Scrittore indelebile nel tempo…Grazie di essere esistito Mimmo Aliota. Tanto stimato anche da mio padre, suo amico, che ha avuto la fortuna di conoscerlo ai suoi tempi.
Rimarrai sempre nei nostri ricordi, anche perché mi hai incoraggiato a scrivere poesie e non arrendermi…Grazie Mimmo!
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